Ogni tanto mi domando del perchè faccio osservazioni astronomiche, ha senso guidare per ore alla ricerca di luoghi
bui trovandosi alle volte sotto un cielo nuvoloso e tornarsene a casa senza neanche montare il telescopio ?
Chi me lo fa fare di stare in piedi per ore, al freddo e come spesso capita da solo, di notte, in qualche posto "sperduto" sulle montagne?
... alla fine amo questi momenti di contemplazione d'innanzi all'immensità della natura, il sentirmi così piccolo ed insignificantemente
partecipe di un disegno unico che và oltre l'umana comprensione mi fa sentire vivo, quando osservo qualche remota galassia, qualche flebile
fiocchetto di luce distante milioni di anni luce, in realtà è come se osservassi dentro la mia anima!
Siamo così... é il nostro destino.
Le persone sensibili sentono le emozioni amplificate, le sentono prima, la nostra anima é sempre un
passo avanti al corpo e alla mente.
Questa é una condanna, a volte sentire e percepire troppo rende la vita un inferno.
E' il nostro destino... siamo così.
In montagna sento la gioia di vivere ed il sollievo di dimenticare le mie debolezze, il silenzio dei miei
pensieri mi distoglie dalla solitudine e l'animo si rasserena.
Si dice che dalle vette si può solo scendere, per me invece é l'unico posto per stare più vicino alle mie
amate stelle.
L'autunno é arrivato con i suoi caldi colori, la sua sensuale lentezza invita ad ascoltare senza parlare, ad osservare in silenzio tutto quello che ci circonda, a riflettere sulle stagioni appena concluse...
Amo l'autunno!
Riprendere con una camera grande formato é per me ritrovare "uno stato
mentale" speciale, é una fotografia lenta e contemplativa, anacronistica
secondo molti...
Quando scatto devo già sapere come sviluppare il negativo e le
correzioni da apportare in fase di stampa, é fondamentale
previsualizzare il risultato finale che sarà rappresentato da infiniti
toni di grigio, non esiste il contrasto dai vividi colori che siamo
abituati a vedere tutti i giorni.
Una volta trovato il soggetto devo "allestire" la camera rigorosamente
sul cavalletto, comporre la scena e stabilire il piano di nitidezza,
mettere a fuoco sul vetro smerigliato sotto un telo nero con l'immagine
capovolta utilizzando un lentino da 10 ingrandimenti...
Imposto il tempo in base alla previsualizzazione fatta, "carico"
l'otturatore a molla, chiudo il diaframma , inserisco lo chassis con la
pellicola, sfilo il volet copri negativo, aspetto il momento magico e
... click! Finalmente lo scatto!
Praticamente un eternità, un momento dove mi trovo in estasi totale e mi
isolo completamente dal mondo esterno, vivo un momento catartico che mi
emoziona quasi più del risultato finale!
Dopo aver effettuato le pose inizia la spasmodica ed emozionante attesa
dello sviluppo del negativo, ho fatto bene, ho commesso degli errori?
Mille dubbi mi assalgono ogni volta neanche fosse la prima foto!
Nella mia mente passo e ripasso infinite volte il momento dello scatto e
poi, le sere successive, chiuso nel buio della camera oscura, avviene il
tanto atteso "miracolo", lo sviluppo del negativo, unico e irripetibile!
La perfezione ovviamente non esiste ma con tanta fatica e pazienza si
può immortalare quell'istante magico che non tornerà mai più, é molto
raro anche il colpo di fortuna ma attraverso lo studio, la tecnica e la
tenacia é possibile avvicinarsi alla foto perfetta!